C’è un valore delle cose, il più emozionante, che sta in quello che non si vede ma si percepisce.
Era il 2004 e collaboravo con l’Hotel Savoy di Piazza della Repubblica a Firenze come ufficio stampa.
All’epoca un caffè lì, seduti al tavolo, costava 5 euro e la cosa spesso faceva storcere il naso visto che poco più in là costava meno di 1 euro.
Un’elegante signora inglese, habitué dell’hotel, commentò in proposito:
“Qui il caffè arriva in tazzine di porcellana e cucchiaini d’argento, corredato di tovaglietta e salvietta di lino ricamata a mano; sul tavolo ci sono dei fiori freschi, non siamo in piedi al banco ma sedute in una delle più belle piazze del mondo, nonché all’interno di un esclusivo cinque stelle, lussuosamente arredato e con una musica di sottofondo rilassante e discreta. E tutto questo mi emoziona. Quando torno a casa a volte ripenso ai miei caffè fiorentini serviti proprio qui”.
Con poche parole e molte immagini, questa signora mi trasmise tutto il potenziale del valore aggiunto che può stare dentro e intorno a un prodotto.