Cambia il criterio di rating degli hotels: il clean topic prevale sulle stelle.
Come leggere le tendenze della primavera 2020 e cogliere le nuove opportunità dell’hospitality.
Da oggi in poi bar e ristoranti saranno scelti più per il loro sanification rating che per le stelle.
Sta innegabilmente cambiando il nostro modo di viaggiare e i parametri che utilizzeremo per scegliere dove mangiare e pernottare. E i grandi professionisti dell’ospitalità sanno che devono adeguare l’offerta ai cambiamenti in atto. E che proprio uscendo dalla loro comfort zone possono trovare nuove nicchie e opportunità di lavoro.
Da appassionata e conoscitrice degli standard operativi degli hotel a 5 stelle, so che le più importanti catene internazionali del settore stanno rivedendo alla velocità della luce i propri standard operativi per adeguarli alla domanda crescente di igiene e disinfezione. Stanno cercando di analizzare i propri punti di forza e quelli di debolezza (in relazione al Covid) per valorizzare ovviamente al meglio i primi.
La stessa cosa dovrebbero fare tutti gli operatori alberghieri (e non solo) a qualunque livello, capendo che molto più spesso di quanto non si creda, i momenti di crisi possono nascondere grandi spunti di rinascita a chi sa leggere tra le righe.
Interpretare le nuove richieste del turismo, le nuove esigenze della clientela, ritagliarsi spazi prima inesistenti, in un mondo in cui proprio la parola ‘spazio’ diventa sempre più importante, significa offrire prodotti fortemente richiesti dal mercato attuale, significa creare fette di utenza fino a ieri inimmaginabili.
Di sicuro non è facile spostare la mente dai mesi di desolazione appena vissuti, ma allo stesso tempo occorre focalizzarsi sulle tendenze che scaturiscono da quest’emergenza, significa stare con gli occhi aperti sul mondo, sul futuro, su ciò che verrà e che potrà produrre una nuova domanda in ambito turistico.
Oggi i social media, se professionalmente usati, ci permettono di comunicare al mondo velocemente cosa stiamo facendo, Utilizziamoli al meglio, immedesimiamoci nella mente dei nuovi viaggiatori, chiediamoci cosa li preoccupa e cosa li rasserena nei loro prossimi viaggi.
Potremmo creare hotels, case vacanza, ristoranti, addirittura città che cavalcano il tema ‘clean’, vero e proprio trend topic di questa primavera 2020 post lockdown: dal food alla moda, dalla cura della persona a quella della casa, dal tempo libero alla dieta alimentare, fino all’hospitality, tutto adesso ruota attorno al concetto olistico di benessere.
Allora, questa è la direzione da seguire per cogliere nuove opportunità e non restare fuori dal mercato, oppure per rientrarci.
L’altro giorno mi è capitato tra le mani un mio vecchio blocco di appunti turchese delle Terme di Montecatini e osservavo il logo: l’acqua che sgorga, che zampilla da una fonte sorgiva.
Analizzando il caso specifico, similmente declinabile su tanti altri, quale miglior marchio già pronto per legare un’intera città come Montecatini Terme _ che porta peraltro la parola terme all’interno del proprio nome _ a un obiettivo comune che, lavorando a braccetto su tutte le nuove procedure, comunichi e offra tra le nuove destinazioni una città pulita, un’isola del benessere in una regione che peraltro è stata finora toccata lievemente dal Covid, dove verde, colline, natura e freschezza sono di casa? Un marchietto che potrebbe stare sulle maniglie sanificate, sulle biciclette in sharing, sugli asciugamani disinfettati degli hotel, sulle tovaglie dei ristoranti.
Ogni situazione è chiaramente a sé, ma in via generale non servono necessariamente costi alti per creare una nuova domanda: servono in primis visione, creatività, professionalità e lavoro di squadra nel proporre un’offerta adeguata alla richiesta del mercato.