La casa evolutiva
La casa evolve insieme a noi, alla nostra vita e alle nostre esigenze. Non è qualcosa di statico, ma in movimento. O almeno così è per me.
Ne deriva che, giorno per giorno, insieme alla mia famiglia, cerco di far sì che la casa segua i nostri tempi, personali e globali, restando efficiente e modulandosi su necessità e gusti. Perché anche i gusti si modificano insieme a età ed esperienze.
Così, oltre che quotidianamente nelle piccole cose, quasi ogni anno facciamo qualche lavoro più importante per migliorare le prestazioni degli spazi. E perché, non si sa mai, un giorno potremmo decidere di vendere l’immobile o di metterlo a reddito e allora sarà bene avere immediatamente in mano un oggetto appetibile sul mercato, senza doverlo interamente ristrutturare, con costi importanti oppure accontentandosi di venderlo così com’è al miglior offerente.
Quindi, a partire dalle ristrutturazioni totali di un appartamento nel 2005 e di un altro comunicante annesso nel 2014, non ci siamo più fermati.
Da quando siamo rientrati a vivere in Italia, tre anni fa abbiamo messo a nuovo la cucina: dai mobili, ai cartongessi in cui inserirli a misura, alla riorganizzazione degli spazi funzionali, al nuovo impianto elettrico ad hoc. Due estati fa abbiamo sostituito tutte le vecchie finestre di legno, migliorando la casa non solo da un punto di vista estetico, ma anche in termini di tenuta dei rumori e del calore in inverno. E l’estate scorsa ho ridisegnato la camera di mia figlia di 5 anni, perché nel frattempo la piccolina non entrava più nel letto con le sbarre e occorreva rivedere anche tutti gli altri spazi.
La scorsa settimana, siamo invece intervenuti sulla sala da pranzo dove 15 anni fa feci nascondere (ma non tagliare, perché nella vita non si sa mai) tutti i punti luce al centro dei soffitti, perché all’epoca non volevo più vedere un lampadario in vita mia e perché a quei tempi quella stanza era solo un salotto a cui bastavano delle abat jour piazzate qua e là. Adesso però occorreva una bella luce calda sul tavolo da pranzo, dato che nonostante tutte le luci basse sistemate in più punti, non c’era mai verso di vedere per bene cosa avevamo nel piatto. Così abbiamo cartongessato parte del soffitto, illuminato i suoi lati con strip led e attaccato centralmente un lampadario che percorre in lunghezza il tavolo sottostante.
L’occasione è servita anche per risanare una brutta macchia di umidità entrata da un muro esterno e generata da un’infiltrazione proveniente dalle terrazze degli appartamenti soprastanti, a cui non viene mai fatta manutenzione.
Ecco, la manutenzione regolare, fatta a piccoli passi, anno dopo anno, è un metodo sano e oculato (a differenza di quello che generalmente si pensa) per mantenere in primis i propri asset aggiornati e appetibili e per non doversi trovare un domani a rifare da zero ‘tutto insieme’ con costi esorbitanti. E poi per rispettare la proprietà altrui (se si hanno dei vicini) ed evitare di danneggiare i loro immobili per colpa della propria inerzia.
Purtroppo però per la maggior parte delle persone prevale la filosofia del “Finché dura fa verdura” e poi si vedrà. E finisce che gli immobili diventano vecchi, non piacciono più e non si vendono perché ristrutturarli costa troppo, in termini economici e di tempo, sia per i venditori che per gli acquirenti che tendenzialmente vogliono trovare case già fresche, a costi definiti, al passo con i tempi e pronte da vivere.
E spiace perché andando avanti così l’Italia delle case resta affossata nel suo passato glorioso e non si mette in condizioni di affrontare, al pari di altri Paesi, le sfide del futuro.